“Roma senza papa” di Guido Morselli
lunedì 28 gennaio 2008Conosco giovani lettori che passano la gran parte della giornata in silenzio, distesi a letto in attesa di qualche piccolo segno di cedimento polmonare o di un sonoro fischietto bronchiale. Considerano infatti l’asma il simbolo più sincero della propria vocazione e il marchio indelebile del proprio talento. Dicono sia la malattia degli scrittori, l’asma, se è vero che grazie ad essa Proust restava insonne ad osservare le metamorfosi del cielo di Combray e Baudelaire ne presagiva i passi diabolici dei fantasmi della morte.
Io che per anni ne ho sofferto, trascorrendo lunghe ore a sorseggiare latte caldo, cognac freddo, estratti di cortisone, infusi di sambutanolo e distillati di eucaliptolo, sotto sotto posso dire che l’asma è invece una sorta di malocchio per l’educazione letteraria di uno scrittore. Interi mondi dell’immaginazione, interi tratti di paradiso ti sono preclusi, quando minuscoli acari pelosi passeggiano in lungo e in largo sulle pagine di un libro in preda al loro sfogo d’amore. (continua…)