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Archivio della Categoria 'Racconti'

Indizi premonitori (di Silvana Nobili)

mercoledì 5 luglio 2006

Tutti conoscono in città la donna alta e imponente che cammina in mezzo alla strada: sul marciapiedi l’avrebbero già ammazzata. Pochi sono a conoscenza del contenuto delle borsette che cambia a secondo dell’umore e che – tra piantine, giornalini, svariati oggetti di bigiotteria, qualche bustina di lievito di birra, nastrini colorati – custodiscono immancabilmente una bottiglia d’acqua e un flaconcino di spirito, sì, di alcool denaturato.
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Quella sua bottiglietta d’acqua blu (di Silvia Nicolini)

mercoledì 5 luglio 2006

Ho sposato mia moglie perché era oca abbastanza.
Per quieto vivere.
Per cavarmela facilmente annuendo ad ogni suo discorso, senza starla davvero a sentire.
Soltanto una volta ho acconsentito ad accompagnarla a fare shopping proprio nello stesso giorno in cui lei mi aveva già detto che sarebbe stata fuori città con sua madre.

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Perdersi in un bicchier d’acqua (di Fabiano Ferraioli)

mercoledì 5 luglio 2006

L’inverno era oramai agli sgoccioli, il freddo e il gelo pian piano lasciavano spazio ad una primavera che si annunciava con piccoli raggi del sole che bucavano le nuvole.
Dalle tendine rosse aperte si vedevano gli alberi e le macchine parcheggiate, la piazza che, dopo le dure e fredde giornate invernali, il pomeriggio ed i fine settimana si riempiva sempre di più di persone, di genitori che portavano la domenica mattina i figli a divertirsi e di passeggianti che si prendevano un caffè al bar. (continua…)

La truffa (di Luca Barbadoro)

mercoledì 5 luglio 2006

Moreno aveva finito il turno di notte, e aveva il piacere di lasciare i miasmi del reparto ad altre tute gialle. Già, era gialla la divisa per gli ottantanove operai, quarantaquattro uomini e quarantacinque donne, della fabbrica.
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La fabbrica (di Rosanna Malaguti)

mercoledì 5 luglio 2006

Il giovane industriale Amedeo Brambilla entrò nella sala riunioni aziendale e fu accolto da un silenzio di tomba. Un centinaio di paia d’occhi lo guardò, se non proprio con ostilità, con indifferenza. Amedeo si sentì gelare il sangue nelle vene e, suo malgrado, pensò: – Se ci fosse qui il babbo…
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