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Archivio della Categoria 'Ancona gennaio 2006'

Ancora sul mistero dell’acqua contaminata di Ancona

martedì 25 settembre 2007

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Interrompiamo le trasmissioni per una notizia che giunge ora in redazione. I normali controlli dell’acqua potabile, effettuati a campione dall’azienda municipalizzata dei servizi di Ancona, hanno isolato in alcune zone della città un agente batterico sconosciuto. Al momento sembrano escludersi sia la tossicità di tale agente per le persone che eventuali possibilità di contagio. L’équipe del premio Nobel giapponese per la biologia, Haruki Horyama, si sta già occupando degli accertamenti del caso tramite collegamento in videoconferenza con gli esperti della clinica di biologia dell’Università Politecnica delle Marche. L’azienda municipalizzata si scusa per le eventuali interruzioni del servizio di erogazione idrica. Ecco ora alcuni consigli del Ministro della Protezione Civile su come comportarsi: “Non c’è motivo di allarmarsi. In attesa degli esiti definitivi degli esami di laboratorio, è comunque consigliabile bere acqua imbottigliata. Evitare, in ogni caso, il contatto con la pelle, i capelli e qualsiasi tipo di inalazione”.

Vi ricordate il mistero dell’acqua contaminata nella città dorica? Niente panico: si tratta solo della traccia affidata ai partecipanti al primo corso anconetano di RaccontidiCittà, svoltosi nell’ormai lontano gennaio 2006!

I racconti dei partecipanti a quel corso sono da tempo stati pubblicati su questo sito, ma ai nove già presenti se ne sono aggiunti altri due, che pubblichiamo – con grandissimo piacere – qui di seguito.

Indice:

1. Il grande uomo (racconto di Tricia Lioni)
2. Camillo (racconto di Agnese Zammit)

(continua…)

Presentazione dei racconti di Ancona

mercoledì 5 luglio 2006

Nella monotonia cittadina di Ancona si insinua, strisciante e dalle potenzialità catastrofiche, un pericolo: i media annunciano infatti che i controlli dell’acqua potabile hanno rilevato la presenza di un agente batterico sconosciuto, i cui effetti sulla salute della popolazione sono ancora da accertare.
Nonostante i comunicati – così come avviene solitamente in queste circostanze – invitino a non perdere la calma, tuttavia i messaggi alla popolazione lasciano trapelare il rischio di una situazione di emergenza.
E così la tranquillità della vita di provincia viene minacciata dall’incubo della contaminazione e dal timore del contagio, e Ancona si ritrova assediata proprio da quel fondamentale elemento che da sempre l’ha caratterizzata: l’acqua.
Solo pochi fra gli abitanti azzardano un’interpretazione della notizia in senso positivo, alcuni si lasciano travolgere dalla situazione passivamente e con rassegnazione, ma i più affrontano la novità con spirito pratico e coraggio.
Fra questi, i nostri nove Autori, che pubblichiamo di seguito. E i quattro (Francesco Tanoni, Maria Montisci, Sara Pia Pinnola e Stefania Pirani) che hanno partecipato all’elaborazione del progetto creativo, e che speriamo di leggere prestissimo.

Silvia Seracini, Luca Soverini e Claudio Storani

Indizi premonitori (di Silvana Nobili)

mercoledì 5 luglio 2006

Tutti conoscono in città la donna alta e imponente che cammina in mezzo alla strada: sul marciapiedi l’avrebbero già ammazzata. Pochi sono a conoscenza del contenuto delle borsette che cambia a secondo dell’umore e che – tra piantine, giornalini, svariati oggetti di bigiotteria, qualche bustina di lievito di birra, nastrini colorati – custodiscono immancabilmente una bottiglia d’acqua e un flaconcino di spirito, sì, di alcool denaturato.
(continua…)

Quella sua bottiglietta d’acqua blu (di Silvia Nicolini)

mercoledì 5 luglio 2006

Ho sposato mia moglie perché era oca abbastanza.
Per quieto vivere.
Per cavarmela facilmente annuendo ad ogni suo discorso, senza starla davvero a sentire.
Soltanto una volta ho acconsentito ad accompagnarla a fare shopping proprio nello stesso giorno in cui lei mi aveva già detto che sarebbe stata fuori città con sua madre.

(continua…)

Perdersi in un bicchier d’acqua (di Fabiano Ferraioli)

mercoledì 5 luglio 2006

L’inverno era oramai agli sgoccioli, il freddo e il gelo pian piano lasciavano spazio ad una primavera che si annunciava con piccoli raggi del sole che bucavano le nuvole.
Dalle tendine rosse aperte si vedevano gli alberi e le macchine parcheggiate, la piazza che, dopo le dure e fredde giornate invernali, il pomeriggio ed i fine settimana si riempiva sempre di più di persone, di genitori che portavano la domenica mattina i figli a divertirsi e di passeggianti che si prendevano un caffè al bar. (continua…)


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