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Dappertutto gli occhi di New York

FotoPirsig1.JPG       FotoPirsig.JPG       FotoPirsig1.JPG Le città hanno un volto. Le città hanno un cuore. Le città hanno arterie che le percorrono e – nei casi più fortunati – polmoni verdi. Le città hanno persino una data di nascita e, dunque, un loro segno zodiacale e una personalità corrispondente. È impossibile, insomma, descrivere le città senza fare ricorso alla figura retorica della personificazione (vera e propria Musa ispiratrice di molti corsi di RaccontidiCittà). Una personificazione particolarmente forte di New York, quasi brutale e al tempo stesso illuminante ho trovato rileggendo Lila di Robert Pirsig (1991): "I tombini conducevano a una rete sotterranea intricatissima, una rete di sistemi che permettevano all'isola di esistere: la rete elettrica, la rete telefonica, quella delle condutture dell'acqua, del gas, la rete fognaria, le gallerie della metropolitana, il circuito dei cavi televisivi e chissà quanti altri sistemi che lui non immaginava nemmeno, ciascuno con una sua funzione precisa, come l'intrico dei nervi e delle arterie e dei tendini di un corpo gigantesco. Il Gigante dei suoi sogni.Dava i brividi pensare a come tutto agisse secondo una sua intelligenza che trascendeva l'intelligenza del singolo esserse umano. Lui, per esempio, non avrebbe saputo dove mettere le mani in nessuno dei sistemi di tubazioni e di cavi sotterranei che facevano funzionare la città. Eppure c'era chi ne era capace. E c'era un sistema per mettersi in contatto con la persona giusta in caso di necessità e un sistema per fare scattare il sistema che l'avrebbe individuata. La forza che teneva insieme tutti quei sistemi: ecco che cos'era il Gigante… Gli uomini avevano verso le strutture sociali del Gigante lo stesso atteggiamento delle mucche e dei cavalli per il contadino: le consideravano qualcosa di diverso da loro e di incomprensibile, ma tutto sommato benevole ed amabile. Eppure la struttura sociale della città divora la vita dei suoi abitanti né più né meno del contadino che mangia la carne degli animali che alleva. È un organismo più evoluto che si nutre di un organismo inferiore, e così facendo realizza cose che l'organismo inferiore, da solo, non riuscirebbe mai a compiere. La metafisica sostanzialistica impedisce di scorgere il Gigante. Perchè ti abitua a pensare che una città come New York sia "opera dell'uomo". Ma quale uomo, o quale gruppo di uomini, l'ha inventata? Chi si è messo a tavolino a sistemare tutti i pezzi? Se l'"uomo" ha inventato le società e le città, come mai società e città sono così repressive nei confronti dell'"uomo"?" [Adelphi 1992, p. 272 e ss.].  Il romanzo è un'interessante "indagine sulla morale" – come recita il sottotitolo – svolta da un americano yankee 'convertito' però al punto di vista e alla 'metafisica' delle culture indiane (sul filone di film come L'uomo chiamato cavallo e Balla coi lupi): il che spiega la personificazione violenta e aggressiva di NYC (come certi Generale Custer nella filmografia recente), nonché il successo minore di Lila rispetto al primo romanzo di Pirsig – il famoso e riuscitissimo Lo Zen e l'arte della manutenzione della motocicletta. Altrove, la lunga descrizione dà grande rilievo alle luci di New York e dei suoi grattacieli (messe in relazione agli occhi). Il che mi ha ricordato che, a detta di molti amici, è proprio questo il momento migliore dell'anno per visitare la Grande Mela. Ah già, ancora prima di figure retoriche e metafisiche Sioux: Buon Natale a tutti da Claudio, Luca e Silvia! L.S.

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